Ha bisogno di un cuore nuovo.
Lo chiederà al mago di Oz.
L’uomo di latta.
Ha la testa lucida, non ha carne, è vuoto dentro.
E’ stata la strega cattiva dell’Est.
Per invidia del suo amore per la ragazza Manciucca.
Ma il mago di Oz gli darà un cuore nuovo.
Quando lo accompagnano a scuola, il padre rimane in macchina e lo saluta dal sedile davanti.
Lui non si può stancare perché ha bisogno di un cuore nuovo.
A suo padre è successo come all’uomo di latta.
L’ha raccontato sua madre.
Una notte, quando Mattia si è svegliato e l’ha trovata in piedi ad aspettare.
«E’ andato a chiedere un cuore nuovo» gli ha detto.
«Come l’uomo di latta.»
Era tornato con i vestiti sporchi di sabbia e con macchie rosse sui polsi e sui polpastrelli.
La moglie l’aveva disteso sul divano e l’aveva spogliato, mascherando il pianto con dei colpi di tosse.
Mattia era rimasto lì, immobile, sulla porta della cameretta.
Il padre era rimasto lì, immobile, sul divano, a fissarlo con occhi tersi di vuoto, rassegnati.
Forse aveva provato a volare.
Lo chiederà al mago di Oz.
L’uomo di latta.
Ha la testa lucida, non ha carne, è vuoto dentro.
E’ stata la strega cattiva dell’Est.
Per invidia del suo amore per la ragazza Manciucca.
Ma il mago di Oz gli darà un cuore nuovo.
Quando lo accompagnano a scuola, il padre rimane in macchina e lo saluta dal sedile davanti.
Lui non si può stancare perché ha bisogno di un cuore nuovo.
A suo padre è successo come all’uomo di latta.
L’ha raccontato sua madre.
Una notte, quando Mattia si è svegliato e l’ha trovata in piedi ad aspettare.
«E’ andato a chiedere un cuore nuovo» gli ha detto.
«Come l’uomo di latta.»
Era tornato con i vestiti sporchi di sabbia e con macchie rosse sui polsi e sui polpastrelli.
La moglie l’aveva disteso sul divano e l’aveva spogliato, mascherando il pianto con dei colpi di tosse.
Mattia era rimasto lì, immobile, sulla porta della cameretta.
Il padre era rimasto lì, immobile, sul divano, a fissarlo con occhi tersi di vuoto, rassegnati.
Forse aveva provato a volare.
A planare come i gabbiani sulle scogliere, dove andavano insieme a sfidare le onde del mare.
Il padre gli prendeva le braccia e le allargava nell’aria, in mezzo alla sabbia alzata dal vento.
Le scuotevano forte e fingevano di volare.
Insieme, lui e il padre, potevano planare tenendosi per mano, sulle prime luci della sera che si specchiavano sull’increspatura dell’acqua.
Tutto e niente, immensi, eterni, proiettati sul buio che s’incastra tra il cielo e il mare.
Insieme, potevano volare.
Ma poi a suo padre è successo come all’uomo di latta.
Gli è venuta la testa lucida, non ha più carne, è vuoto dentro.
Allora Mattia ha costruito un cuore nuovo, fatto di pezza, come ha fatto il mago di Oz, che l'ha riempito di garza, di chiodi e di lana e l’ha messo sul petto dell’uomo di latta.
L’ha trasformato in cuore di carne e l’uomo di latta è guarito.
Andrà bene, anche per il padre.
Con quel cuore nuovo, il padre tornerà a volare.
Tornerà a correre senza ansimare.
A salire le scale di corsa senza doversi fermare.
Ad abbracciarlo senza doversi commuovere.
Come quando gli ha regalato un ciondolo e un cane e gli ha fatto uno strano discorso sui ricordi, i rimpianti e il sapersi comportare.
Che la vita ha una fine e non è da sprecare.
Mattia non ha capito bene ma da quel giorno ci ha cominciato a pensare.
Serviva un’idea geniale.
Ha adocchiato un libro sullo scaffale e, all’improvviso, è arrivata.
L’idea.
Ha capito come fare.
Ha lavorato senza sosta, senza riposare.
Il cuore, la colla, lo spago e poi è stato tutto un giorno a provare, a ripassare i movimenti per non sbagliare.
Deve stare giusto al centro.
Non deve inclinarsi col movimento del torace, deve rimanere fermo, non può traballare.
Con tutto quel ripasso non ci sarà nulla da temere.
Anche se adesso lì, in quella stanza al piano terra dell’ospedale, ha una fottuta paura di sbagliare.
Gli tremano le gambe, ma non può fallire.
La madre è seduta lì accanto, ha uno sguardo contraffatto, un vestito sgualcito e il trucco slavato.
Gli ha detto che deve essere forte e che solo non lo farà mai sentire.
Si è asciugata le lacrime, poi gli ha dato un bacio e l’ha abbracciato.
Come ha fatto quella mattina, quando il telefono è squillato.
Quando ha chiamato di corsa la nonna, ha vestito il padre e si è trascinata appresso una valigia già pronta per andare.
Gli ha dato un bacio e l’ha abbracciato.
«Ha trovato un cuore nuovo. Presto tutto tornerà normale.»
L’ambulanza li aspettava al portone, sono salite due persone con fare trafelato.
Hanno disteso il padre su una barella e l’hanno portato via di fretta, senza dargli manco il tempo di salutare.
Il suo cuore di pezza però non l’hanno preso, l’hanno dimenticato.
«Lo sapranno anche loro come fare» ha detto Mattia alla nonna.
«Ma c’è bisogno di molta attenzione. Mettere un cuore nuovo è un lavoro delicato.»
Per tutto il giorno non è riuscito a darsi pace, di notte non è riuscito neanche a dormire.
La mattina dopo quel dannato telefono è di nuovo squillato.
La nonna ha buttato un urlo, si è chinata per terra e un po’ ha barcollato.
«Dov’è papà?»
La nonna si è rimessa in piedi, poi l’ha preso in braccio e l’ha coccolato.
«E’ andato in un posto lontano.»
Lo sapeva.
Avevano sbagliato.
L’operazione è delicata, mettere un cuore nuovo è un lavoro per esperti, non si può improvvisare.
Quei tipi avevano fallito, ma c’era ancora tempo per rimediare.
Mattia era corso in camera, aveva chiuso l’occorrente in una scatola e l’aveva serrata con un lucchetto argentato.
Adesso la tiene stretta lì, nella mano, in quella stanza al piano terra dell’ospedale, su una sedia di radica, accanto a signore con un fiore o una catenina nella mano, che gli appoggiano carezze calde sulla guancia e lo guardano con un volto strano.
Il padre adesso è lì.
In quella scatola di legno, su quel ripiano.
Sta dormendo, è pallido in volto, non è molto in forma, ma almeno è tornato.
Mattia è pronto, anche se adesso è tutto sudato.
Tra un po’ lo verranno a prendere, lo porteranno alla Città di Smeraldo, il mago di Oz saprà come fare.
Gli darà un bel cuore nuovo e Mattia è fiero di poterlo aiutare.
Lì, al centro di una gelida stanza dell’obitorio di un ospedale, Mattia sta per compiere un gesto immortale.
Apre la scatola col lucchetto argentato e l’appoggia lentamente sulla bara.
Poi estrae il cuore di pezza, la colla e lo spago.
La madre non ha la forza di fermarlo, rimane immobile a guardare.
Mattia spalma la colla sul cuore e lo preme sul petto del padre, lo avvolge con lo spago e fa un nodo doppio intorno al torace.
Fa le prove per evitare di farlo traballare.
E’ perfetto.
Non poteva fare meglio.
Il viaggio non lo potrà danneggiare.
Giusto in tempo, perché le guardie reali stanno per entrare.
Hanno giacche nere e lo sguardo imperscrutabile.
Lo porteranno alla Città di Smeraldo, il padre riceverà le cure e tutto tornerà normale.
Con quel cuore nuovo il padre tornerà a volare.
Tornerà a correre senza ansimare.
A salire le scale di corsa senza doversi fermare.
Meno male che ci ha pensato.
La soluzione era così banale.
Ormai è fatta.
Il mago di Oz.
Gli darà un bel cuore nuovo.
Come all’uomo di latta.
Il padre gli prendeva le braccia e le allargava nell’aria, in mezzo alla sabbia alzata dal vento.
Le scuotevano forte e fingevano di volare.
Insieme, lui e il padre, potevano planare tenendosi per mano, sulle prime luci della sera che si specchiavano sull’increspatura dell’acqua.
Tutto e niente, immensi, eterni, proiettati sul buio che s’incastra tra il cielo e il mare.
Insieme, potevano volare.
Ma poi a suo padre è successo come all’uomo di latta.
Gli è venuta la testa lucida, non ha più carne, è vuoto dentro.
Allora Mattia ha costruito un cuore nuovo, fatto di pezza, come ha fatto il mago di Oz, che l'ha riempito di garza, di chiodi e di lana e l’ha messo sul petto dell’uomo di latta.
L’ha trasformato in cuore di carne e l’uomo di latta è guarito.
Andrà bene, anche per il padre.
Con quel cuore nuovo, il padre tornerà a volare.
Tornerà a correre senza ansimare.
A salire le scale di corsa senza doversi fermare.
Ad abbracciarlo senza doversi commuovere.
Come quando gli ha regalato un ciondolo e un cane e gli ha fatto uno strano discorso sui ricordi, i rimpianti e il sapersi comportare.
Che la vita ha una fine e non è da sprecare.
Mattia non ha capito bene ma da quel giorno ci ha cominciato a pensare.
Serviva un’idea geniale.
Ha adocchiato un libro sullo scaffale e, all’improvviso, è arrivata.
L’idea.
Ha capito come fare.
Ha lavorato senza sosta, senza riposare.
Il cuore, la colla, lo spago e poi è stato tutto un giorno a provare, a ripassare i movimenti per non sbagliare.
Deve stare giusto al centro.
Non deve inclinarsi col movimento del torace, deve rimanere fermo, non può traballare.
Con tutto quel ripasso non ci sarà nulla da temere.
Anche se adesso lì, in quella stanza al piano terra dell’ospedale, ha una fottuta paura di sbagliare.
Gli tremano le gambe, ma non può fallire.
La madre è seduta lì accanto, ha uno sguardo contraffatto, un vestito sgualcito e il trucco slavato.
Gli ha detto che deve essere forte e che solo non lo farà mai sentire.
Si è asciugata le lacrime, poi gli ha dato un bacio e l’ha abbracciato.
Come ha fatto quella mattina, quando il telefono è squillato.
Quando ha chiamato di corsa la nonna, ha vestito il padre e si è trascinata appresso una valigia già pronta per andare.
Gli ha dato un bacio e l’ha abbracciato.
«Ha trovato un cuore nuovo. Presto tutto tornerà normale.»
L’ambulanza li aspettava al portone, sono salite due persone con fare trafelato.
Hanno disteso il padre su una barella e l’hanno portato via di fretta, senza dargli manco il tempo di salutare.
Il suo cuore di pezza però non l’hanno preso, l’hanno dimenticato.
«Lo sapranno anche loro come fare» ha detto Mattia alla nonna.
«Ma c’è bisogno di molta attenzione. Mettere un cuore nuovo è un lavoro delicato.»
Per tutto il giorno non è riuscito a darsi pace, di notte non è riuscito neanche a dormire.
La mattina dopo quel dannato telefono è di nuovo squillato.
La nonna ha buttato un urlo, si è chinata per terra e un po’ ha barcollato.
«Dov’è papà?»
La nonna si è rimessa in piedi, poi l’ha preso in braccio e l’ha coccolato.
«E’ andato in un posto lontano.»
Lo sapeva.
Avevano sbagliato.
L’operazione è delicata, mettere un cuore nuovo è un lavoro per esperti, non si può improvvisare.
Quei tipi avevano fallito, ma c’era ancora tempo per rimediare.
Mattia era corso in camera, aveva chiuso l’occorrente in una scatola e l’aveva serrata con un lucchetto argentato.
Adesso la tiene stretta lì, nella mano, in quella stanza al piano terra dell’ospedale, su una sedia di radica, accanto a signore con un fiore o una catenina nella mano, che gli appoggiano carezze calde sulla guancia e lo guardano con un volto strano.
Il padre adesso è lì.
In quella scatola di legno, su quel ripiano.
Sta dormendo, è pallido in volto, non è molto in forma, ma almeno è tornato.
Mattia è pronto, anche se adesso è tutto sudato.
Tra un po’ lo verranno a prendere, lo porteranno alla Città di Smeraldo, il mago di Oz saprà come fare.
Gli darà un bel cuore nuovo e Mattia è fiero di poterlo aiutare.
Lì, al centro di una gelida stanza dell’obitorio di un ospedale, Mattia sta per compiere un gesto immortale.
Apre la scatola col lucchetto argentato e l’appoggia lentamente sulla bara.
Poi estrae il cuore di pezza, la colla e lo spago.
La madre non ha la forza di fermarlo, rimane immobile a guardare.
Mattia spalma la colla sul cuore e lo preme sul petto del padre, lo avvolge con lo spago e fa un nodo doppio intorno al torace.
Fa le prove per evitare di farlo traballare.
E’ perfetto.
Non poteva fare meglio.
Il viaggio non lo potrà danneggiare.
Giusto in tempo, perché le guardie reali stanno per entrare.
Hanno giacche nere e lo sguardo imperscrutabile.
Lo porteranno alla Città di Smeraldo, il padre riceverà le cure e tutto tornerà normale.
Con quel cuore nuovo il padre tornerà a volare.
Tornerà a correre senza ansimare.
A salire le scale di corsa senza doversi fermare.
Meno male che ci ha pensato.
La soluzione era così banale.
Ormai è fatta.
Il mago di Oz.
Gli darà un bel cuore nuovo.
Come all’uomo di latta.
I cavalli delle giostre - Antonio Gentile - Il Camaleonte edizioni - € 15,00 - ISBN: 9788894176018